Il primo passo per la presa di coscienza da parte degli oppressi è cambiare il rapporto tra educatore ed educando, abbandonando l’idea che l’educazione debba essere a senso unico. Deve esserci un rapporto bilaterale in cui educatore ed educando sono posti sullo stesso piano e si devono confrontare attraverso il dialogo.
“L’educatore non è solo colui che educa, ma colui che, mentre educa, è educato dal dialogo con l’educando”.
L’educatore deve uscire e andare dove ci sono bambini e adulti che non sono alfabetizzati e aiutarli a raggiungere una coscienza politica e sociale.